Robot in corsia: il futuro dell’assistenza ospedaliera è già iniziato

La robotica è entrata nella nostra quotidianità molto prima di quanto si creda. Dalle catene di montaggio automobilistiche al settore del packaging, i robot industriali hanno mostrato la loro efficienza in numerose attività. Ma oggi, la tecnologia robotica sta superando i confini dell’industria per entrare in ambiti molto più complessi dove è richiesta una maggiore interazione umana: gli ospedali.

L’invecchiamento demografico è sempre più realtà. Paesi come il Giappone e l’Italia mostrano in modo marcato questo trend, con un aumento costante del numero di anziani e una diminuzione della forza lavoro giovane. Anche i caregiver – spesso familiari o operatori sanitari – stanno invecchiando, rendendo più difficile la gestione fisica dei pazienti.

Robot in corsia per affrontare le sfide demografiche

Oggi, infatti, i robot possono compensare la carenza di forza lavoro, svolgendo compiti fisici ripetitivi o gravosi al posto dei caregiver umani, riducendo così il rischio di infortuni e il carico assistenziale. 

In questo scenario, la robotica può essere una soluzione strutturale e sostenibile. Con i nuovi sviluppi sui modelli conversazionali di intelligenza artificiale e l’hardware computazionale sempre più prestante, compatto ed economico, i robot diventano sempre più da corsia. 

È di qualche mese fa la notizia proveniente dal Giappone che un robot, chiamato AIREC, ha riprodotto in sicurezza una manovra usata per cambiare i pannolini o prevenire le piaghe da decubito su persone anziane. Sebbene AIREC sia ancora un prototipo e la sua versione commerciale potrebbe essere disponibile solo nel 2030, nel contesto di invecchiamento della popolazione e dei caregiver, l’avanzamento delle tecnologie robotiche è sicuramente incoraggiante.

Inoltre, l’automazione di alcune mansioni permette al personale sanitario di concentrarsi su attività più complesse e relazionali, migliorando anchel’esperienza complessiva del paziente.

robot sociali sono sempre più utilizzati in contesti assistenziali. Progettati per interagire con le persone e supportare attività di intrattenimento, questi robot aiutanonella stimolazione cognitiva o nella semplice compagnia, soprattutto nei confronti di pazienti con fragilità emotive o bisogni comunicativi particolari.

Nuove prospettive grazie ai robot ospedalieri tuttofare

Con l’arrivo dei modelli conversazionali di intelligenza artificiale (come i Large Language Models) e l’evoluzione dell’hardware computazionale, il confine tra robot assistenziali e sociali si sta assottigliando.

Si stanno infatti progettando robot capaci non solo di muoversi autonomamente,manipolare oggetti e spostare carichi, ma anche di interagire verbalmente con pazienti e operatori.

Un esempio significativo arriva da Taiwan dove, grazie a una collaborazione tra i colossi industriali Foxconn e Kawasaki, in alcuni ospedali è stato sperimentato un robot capace di svolgere varie attività di precisione, come la manipolazione e iltrasporto di oggetti e vassoi, o conversare con i pazienti. Il progetto è ancora in fase di ricerca e potrebbero volerci anni per vedere questi robot in ospedale.

Nel frattempo, ci sono applicazioni in cui i robot da corsia sono già una realtàoperativa. Infatti, oltre ai noti robot di gestione del magazzino-farmaci e ai robot chirurgici, ci sono robot di servizio e sociali, come Aphel Hermes ed Aphel Helios, per trasportare oggetti, effettuare videochiamate fra pazienti in corsia e caregiver, raccogliere dati dai pazienti ed intrattenerli.

Gli stessi robot possono svolgere attività più sociali per ridurre l’ansia nei pazienti pediatrici o nei bambini con disturbi dello spettro autistico. Per le strutture sanitarie, questi robot rappresentano non solo un’opportunità di efficienza operativa, ma anche un investimento in qualità dell’assistenza e benessere relazionale.

Una rivoluzione silenziosa, ma già in atto

La robotica ospedaliera non è più una promessa futuristica, ma una realtà in espansione. Dai prototipi sperimentali a soluzioni già operative come Hermes e Helios, la tecnologia sta cambiando il volto dell’assistenza sanitaria. In un contesto di sfide demografiche, scarsità di risorse umane e crescenti esigenze di qualità del servizio, integrare la robotica in corsia non è solo utile, ma necessario.

Il futuro della cura non sarà fatto solo di medici, infermieri e tecnologie mediche, ma anche di robot capaci di supportare, assistere e prendersi anche fisicamente curadei pazienti.